FAQ

Le Domande dei genitori, le nostre Risposte

❣️ Se vi ritenete “stonati” molto probabilmente non avete avuto l’opportunità di un’adeguata educazione musicale. 

Esiste lo stonato? A meno che non si faccia parte di quel circa 4% di popolazione che è affetto da amusia (agnosia per la musica), gli stonati sono in realtà solo persone che non sono state “educate alla musica”. 

Parallelamente, alla luce di studi scientifici lo psicologo Sloboda e il neuroscienziato Schön sostengono che le ricerche non hanno dato evidenza che il talento musicale sia innato, ma al contrario ci sono evidenze che testimoniano l’importanza dell’esperienza per lo sviluppo del talento musicale. Per non parlare poi di musicisti come Suzuki, per esempio, secondo cui addirittura Mozart “sarebbe potuto essere stonato”, se non fosse vissuto in quel contesto che gli ha permesso di sviluppare, potenziare e realizzare al massimo il suo talento per la musica.

D’altra parte, oggi la psicologia evolutiva afferma l’importanza sia delle componenti genetiche che del contesto ambientale in cui un individuo cresce. Da qui la rilevanza degli stimoli e dell’ambiente in cui il bambino, sin dalla più tenera età, si apre al mondo e ad esso si relaziona sviluppando la propria crescita.

Cosa rispondiamo ai genitori che ci chiedono se val la pena che il loro bambino, che con loro grande stupore reagisce straordinariamente agli stimoli musicali con “tutto il suo corpo”, intraprenda un percorso musicale?

Diciamo innanzitutto che è assolutamente naturale che il bambino si muova e “balli” al sentire la musica, o voglia prendere gli oggetti e “suonare”, perché ogni bambino è naturalmente “musicale”. Un’educazione musicale adeguata, consapevole e competente, aiuterà innanzitutto il bambino ad avere una crescita globale armoniosa e allo stesso gli permetterà di potenziare le sue attitudini musicali, sprigionando la sua creatività ed espressività. 

Ognuno deciderà poi con il tempo come usare le sue competenze musicali: se indirizzarle in un percorso professionalizzante o coltivarle per imparare a suonare uno strumento verso cui avrà sviluppato interesse, e intrecciare con la musica un rapporto di amicizia fedele che lo accompagnerà per tutta la vita, a prescindere dalla professione scelta. 

❣️Le nostre proposte prevedono percorsi di educazione musicale, rivolti ai bambini fin dalla loro nascita, con percorsi idonei che seguono il loro naturale sviluppo psico-fisico, emotivo-relazionale, per accompagnarli nel potenziamento delle proprie attitudini musicali. 

Non è corretto parlare di propedeutica, termine che implicitamente presuppone un “prima” rispetto a un “dopo” che rappresenterebbe invece il “vero inizio” e che il più delle volte è associato con lo studio di uno strumento musicale specifico. 

Ma la formazione musicale ideale dovrebbe invece iniziare proprio in quel “prima”, fondamentale per potenziare le attitudini musicali che ciascun individuo ha fin dalla nascita, con un approccio “globale” che permetta lo sviluppo naturale delle competenze e della conoscenza del linguaggio musicale. Una formazione, caratterizzata da un apprendimento implicito, che deve idealmente precedere la formazione focalizzata e orientata ad uno strumento, laddove inizierà, nell’approccio allo stesso, anche un inevitabile discorso di tipo tecnico e un apprendimento a questo punto esplicito e razionale.

Avere l’opportunità di un’adeguata educazione musicale globale faciliterà in modo straordinario anche il successivo percorso legato allo strumento prescelto. 

Nei nostri percorsi, prevediamo corsi di educazione musicale per fasce di età, con utilizzo di strumenti musicali didattici e poi l’approccio alla tastiera con il percorso Musica per piccoli Mozart ,che gradatamente accompagna i bambini anche in una conoscenza sempre più progressiva e articolata del pianoforte. 

Dopo il percorso Musica per piccoli Mozart, i bambini potranno scegliere con maggiore consapevolezza e con un importante bagaglio di conoscenze musicali, il “proprio strumento”. 

Con i bambini che arrivano in Accademia a 6, 7 anni, quindi in età già scolare, capiamo insieme che tipo di percorso strumentale o vocale può essere il più adatto. Ma anche se si inizia già con lo strumento, prediligiamo l’approccio da subito pratico senza dimenticare l’importanza di una formazione ampia e anche teorica, che aiuti il bambino a sviluppare la propria musicalità e le proprie competenze.

Ricordiamoci che il periodo fino ai 9-10 anni è quello in cui si può agire a livello di potenziamento delle attitudini musicali naturali di ciascuno.

Attenzione quindi a non sottovalutare l’importanza di una educazione musicale precoce, sia per le implicazioni positive di natura strettamente musicale, ma anche, non ci stanchiamo mai di dirlo, per i risvolti positivi e benefici che riguardano la formazione psico-cognitiva, emotivo-relazionale dell’individuo. 

❣️Sicuramente NO! 

Ogni bambino è “intrinsecamente musicale”, così diceva Sandra Trehub, psicologa e ricercatrice americana, recentemente scomparsa, che ha studiato tanto il rapporto tra musica e cervello osservando in particolare i neonati e i piccolissimi. 

E la ricerca scientifica ha dimostrato che l’attitudine musicale, vale a dire la potenzialità ad apprendere la musica, può essere sviluppata grazie ad un ambiente favorevole e quindi stimoli adeguati e competenti, in un periodo della vita che va dalla nascita fino ai 10 anni. 

Proprio come ognuno di noi ha le potenzialità naturali ad apprendere la propria lingua madre, e questo processo di apprendimento avviene grazie all’esposizione costante a tale linguaggio, così può avvenire anche per il linguaggio musicale. 

Da qui, l’importanza dell’ambiente e degli stimoli musicali, che devono accompagnare il naturale percorso di crescita psico-fisica, cognitiva ed emotivo-affettiva del bambino, nel rispetto dei tempi di crescita di ciascuno.

Dalla nostra esperienza pedagogico-didattica riscontriamo che i bambini che iniziano percorsi di educazione musicale da piccolissimi sono avvantaggiati nell’acquisizione delle competenze musicali. La formazione musicale globale e la pratica musicale anteriori alla razionalizzazione teorica e alla tecnica strumentale favoriscono una formazione musicale più competente e consapevole. 

❣️E se invece fosse la chitarra, il violoncello, il flauto, oppure il canto? Ascoltiamo i nostri bambini, aiutiamoli a meglio comprendere ed esternare i propri desideri musicali e assecondiamo la loro preferenza. 

Succede, che a fronte dell’espressione di un desiderio musicale del proprio figlio il genitore tenda a rispecchiare il proprio desiderio e se il bambino chiede di poter suonare la chitarra, il genitore gli risponde: e perché non il pianoforte? Di fronte a questa situazione la nostra risposta è netta: lasciare scegliere al bambino. Bisogna ascoltare i bambini e fidarsi del loro sincero desiderio, che è sempre conseguenza di una opportunità di conoscenza (qualche volta a scuola, in occasione di qualche fortunato progetto musicale, l’incontro con un conoscente, professionista di quel particolare strumento musicale…). 

La paura del genitore è che il bambino scelga in modo sbagliato, e di assecondare un desiderio che poi, di fronte alla “fatica” dello strumento, possa scemare immediatamente. 

Per fugare queste paure, bisogna semplicemente affidarsi a professionisti preparati e motivati, che sappiano accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita musicale, con competenza e responsabilità, in un contesto pedagogico-didattico in grado di dare costanti stimoli positivi e motivanti.

Al genitore, il compito di sostenere con entusiasmo questo percorso, anche attraverso la responsabilizzazione che tale scelta comporta (la costanza nella frequenza delle lezioni, la cura del proprio strumento, del tempo da dedicare). 

❣️ Dipende…dall’età, dal tipo di percorso, dagli obiettivi prefissati…ma sono sicuramente fondamentali: qualità del tempo, crescita in consapevolezza e autonomia, motivazione, metodo di studio.

Quella del tempo da dedicare (anche a casa!) alla musica, è una preoccupazione costante espressa dai genitori. Come rispondiamo? Innanzitutto dipende dall’età. Per i bambini in età prescolare, per i quali i percorsi musicali sono caratterizzati da un approccio ludico, la condivisione con i coetanei e con i genitori, con l’obiettivo primario di familiarizzare gradualmente con il linguaggio musicale, attraverso attività che favoriscano il potenziamento delle proprie attitudini musicali, è molto importante la  costanza nella frequenza del corso a scuola. A casa, è auspicabile trovare qualche piccolo momento da condividere insieme, in cui il bambino potrà rielaborare le esperienze vissute.

Gradualmente, i percorsi musicali seguiranno l’evoluzione psico-cognitiva del bambino e, con la guida positiva e competente dell’insegnante, il bambino sarà stimolato a trovare a casa dei piccoli momenti da dedicare alla pratica musicale. Anche solo 10 minuti, alla tastiera, nei corsi Musica per piccoli Mozart®, idealmente ogni giorno, ma almeno un paio di volte alla settimana, sarà tempo prezioso che abituerà il bambino a sviluppare un rapporto positivo con la pratica allo strumento. Sarà importante, allora, creare in casa uno spazio dedicato, dove il bambino potrà accedere facilmente al suo strumento e dedicarvisi.  

In età scolare, quando si segue un corso di strumento, anche qui dipende dall’età. Un bambino di prima e seconda elementare ha ancora voglia di “giocare”, di esplorare lo strumento solo per il piacere di “suonare”; lo studio a casa inizia a diventare sempre più necessario, ma la parola magica è “motivazione”, indispensabile per sviluppare quella voglia di avvicinarsi in modo autonomo al proprio strumento, per il raggiungimento di piccoli obiettivi progressivi. La quotidianità del tempo dedicato è sempre la situazione ideale, ma se non può essere “tutti i giorni”, è importante che ci siano almeno un paio di giorni, oltre la lezione settimanale, in cui il bambino impari a dedicare del tempo “di qualità”, senza telefoni, videogiochi, tv e altre “distrazioni rumorose”.  

Con lo strumento musicale ci si mette alla prova, si impara la pazienza, si sviluppa forza d’animo, nel superare gli inevitabili ostacoli e raggiungere la soddisfazione dell’esecuzione musicale. Se ben accompagnato l’allievo comprenderà in modo autonomo il “come” e il “quanto” dovrà dedicare per raggiungere di volta in volta determinati obiettivi musicali. 

❣️ Con i bambini in età prescolare il corso collettivo è la scelta “naturale”. I percorsi di educazione musicale, costruiti in base alle differenti fasce di età e quindi di maturazione psico-cognitiva del bambino, prevedono l’imprescindibile aspetto “sociale”, “collettivo”, che diventa parte strutturante del percorso. Certo, situazioni contingenti (non si riesce a conciliare i propri tempi con gli orari del corso) o casi particolari legati alle caratteristiche ed esigenze specifiche del bambino possono portare alla decisione condivisa con i genitori di seguire un percorso individuale. 

❓E con i bambini in età scolare? Anche in questo caso, quando il percorso musicale è già orientato ad uno strumento, il percorso collettivo in piccoli gruppi, condotto con competenza specifica e con metodi didattici idonei, risulta per il bambino più motivante e coinvolgente. Incontrarsi, di settimana in settimana, non solo con l’insegnante ma anche con un piccolo gruppo di “amici della musica”, in un contesto “scuola” dove si ha la possibilità di condividere la propria esperienza musicale anche con altri amici che suonano strumenti diversi dal proprio, arricchisce l’esperienza musicale. 

Certo, l’impegno e la responsabilità riguardo lo studio e il tempo da dedicare al proprio strumento rimane sempre individuale. Il contesto della scuola, anche laddove si scelga la lezione individuale, rappresenta sempre un contesto privilegiato dove poter trovare preziose occasioni di condivisione musicale.

❣️Rispondiamo con un’altra domanda: quanto tempo è necessario perché dalla scintilla iniziale si possa sviluppare in un bambino un concreto interesse e una motivazione che lo accompagnino in un graduale cammino di acquisizione di competenze, autonomia, consapevolezza e crescita musicale? Certo non un giorno, una settimana o un mese. 

Quando si sceglie di far intraprendere al proprio figlio un percorso educativo musicale la premessa da cui partire è la convinzione nel credere che quel percorso sarà sicuramente un’esperienza positiva, laddove ci si affidi a persone competenti e appassionate del proprio lavoro educativo, in un contesto adeguato che offra anche le migliori e più aggiornate risorse didattiche. 

La scelta comporta poi la serenità di dare un “giusto tempo” al bambino, affinché possa scaturire da quella prima scintilla di interesse un piccolo fuoco da custodire e alimentare, imparando ad affrontare anche piccoli ostacoli, che nel tempo rafforzeranno la motivazione e aiuteranno il bambino a instaurare un rapporto di “amicizia” con la musica e il proprio strumento. 

Non è detto che il proprio figlio continuerà a studiare musica per anni e non sappiamo, quando si inizia, dove si potrà arrivare: questo lo si potrà capire solo con il tempo. 

Ma sappiamo, perché ce lo dicono oramai varie ricerche scientifiche, che la pratica musicale, soprattutto se iniziata in tenera età, ha effetti benefici sul cervello, durevoli nel tempo. Da recenti studi si è evinto anche che “studiare uno strumento per almeno un anno sarebbe correlato alla presenza di una corteccia cerebrale più spessa”.

Ecco che allora, forse quel “almeno un anno” dovrebbe essere l’impegno iniziale da rispettare, per dare un minimo di senso alla scelta di intraprendere un percorso musicale.

❣️Per il corso Primamusica la presenza di un genitore o di una figura di riferimento per il bambino (nonno, nonna, tata) è indispensabile. Per i corsi Baby Mozart® e Musica per piccoli Mozart® la presenza del genitore (o di una figura di riferimento per il bambino) è vivamente consigliata. Nei corsi di strumento junior, invece, i genitori non sono presenti durante la lezione.

❣️ Per tutti i corsi di strumento si richiede di avere il proprio strumento, per poter dedicare del tempo, a casa, alla pratica. Per quanto riguarda i corsi dei più piccoli, a partire dal corso Musica per piccoli Mozart è richiesto avere una tastiera (anche piccola) almeno a partire dal mese di gennaio (se ci si è iscritti a settembre).